Città Sant'Angelo | calcinacci, fuoco e case divelte come in uno scenario di guerra
Il punto a fine giornata sulla tragedia di Cipressi, frazione di Città Sant'Angelo
di Francesco Paolo Salviani
Quattro in totale le esplosioni ed un fumo a forma di fungo atomico. La seconda è stata fatale per il ventiduenne Alessio Di Giacomo, figlio del proprietario della nota azienda. Nonostante il divieto da parte dei vigili del fuoco, il giovane ha tentato di avvicinarsi eroicamente alle macerie per cercare di salvare i familiari. Il padre Mauro, lo zio Federico ed il cugino Roberto sono stati trovati morti sotto le macerie. Tra i feriti quattro vigili del fuoco, travolti anche loro dalla seconda deflagrazione. Uno in gravi condizioni è ricoverato all’ospedale di Pescara con un grave trauma all’addome e diverse fratture. Miracolosamente illesa la madre novantaduenne del proprietario della fabbrica. Salvo per caso il fratello Adriano, in centro a Città Sant’Angelo per una visita medica.
Calcinacci ovunque, case sventrate, una collina rasa quasi al suolo ed un muro di fiamme. Uno scenario tragico per gli uomini giunti sul posto, degno dei più atroci conflitti. Una temperatura intorno ai cinquanta gradi ha reso ancora più drammatico l’intervento dei vigili del fuoco e della protezione civile. Durante tutta la giornata senza sosta Canadair ed elicotteri hanno provato a spegnere l’enorme fronte di fuoco. Alimentato dai campi e dal vento, ha bruciato le colline vicine arrivando quasi a Sant’Agnello, una frazione di Elice sulla collina opposta.
Nel pomeriggio ha portato il cordoglio del presidente Napolitano il prefetto di Pescara, Vincenzo D’Antuono. «Il sistema di Protezione civile ha funzionato bene, i soccorsi sono stati tempestivi nonostante le diverse esplosioni. C'è bisogno di lavorare ancora molto e la zona verrà bonificata e messa in sicurezza – ha inoltre sottolineato - I focolai di incendio ancora attivi. Si lavorerà senza sosta con artificieri e vigili del fuoco fino a quando tutta la frazione di Villa Cipressi non sarà in completa sicurezza»
Si è scelto dunque di bonificare l’area per scongiurare il rischio di altre esplosioni. Si procederà in due fasi: isolare e spegnere gli incendi ancora accesi e neutralizzare la grande quantità di polvere pirica inesplosa. Questa soprattutto rappresenta il più grande pericolo per la sua enorme quantità e la sua facilità di esplosione. Basta infatti solo sfregarla con le suole delle scarpe per farla esplodere. La situazione è in continua evoluzione e i volontari lavoreranno senza sosta.
Nel frattempo la Procura di Pescara ha aperto un’inchiesta su reato di disastro colposo ed omicidio plurimo colposo. Nelle mani del Pm Anna Maria Giusti il compito di chiarire la tragedia. A dar origine all'esplosione sembra sia stato il deposito giudiziario di botti illegali.
In un comunicato sul sito web, gli organizzatori della sagra “Dall’Etna al Gran Sasso” hanno deciso che «Constatata l’impossibilità di rinviare la manifestazione per ragioni organizzative e di ordine pubblico, saranno sospese tutte le attività folkloristiche e gli eventi musicali della festa fino alla fine della settimana. A partire da ieri sera fino a domenica 28 luglio 2013, data conclusiva della manifestazione, sono dunque cancellati tutti gli spettacoli. Un gesto doveroso in segno di rispetto per le vittime e di vicinanza alle famiglie coinvolte»
La piccola impresa familiare di fuochi d’artificio era grande nel nome. Conosciuta in tutto l’Abruzzo, il territorio nazionale e non, rappresentava un’eccellenza. L’azienda avrebbe infatti partecipato ai prossimi campionati mondiali di Valmontone.
Venerdì 26 luglio 2013